Entrata in vigore entro il 31 marzo, ma ancora non c’è la data esatta
L’entrata in vigore del codice degli appalti arriverà entro il 31 marzo. La data esatta, però, sarà definita al termine dell’interlocuzione in corso con l’Europa. Sono le parole di Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture, che ieri è intervenuto all’evento Ance “Cantiere Italia – tra Pnrr, emergenze e nuovo Codice degli Appalti” che si è svolto a Roma.
Sull’entrata in vigore del codice c’è un’interlocuzione in corso con le istituzioni europee, l’approvazione al 31 marzo comunque non è in discussione. Lasciamo fuori le opere del Pnrr, che comunque non saranno toccate dalle novità del codice avendo un percorso diverso”. Il ministro ha poi sottolineato l’importanza dell’accompagnamento di enti e imprese sulle novità contenute nel codice, che richiederà del tempo tecnico: “è chiaro che un nuovo codice di 230 articoli e 35 allegati se arriva in uno degli 8 mila comuni italiani prima di essere messo a terra ha bisogno di alcuni mesi. Quindi non vorrei che invece di accelerare, se piombasse dalla sera alla mattina senza un dovuto accompagnamento bloccasse. Condivido le dichiarazioni del presidente Anac sulla necessità di non far calare dall’alto le nuove misure, è uno degli aspetti che contratteremo con l’Europa”.
Quindi, ancora qualche giorno per sapere l’effettiva data di entrata in vigore del nuovo codice degli appalti, che comunque vedrà la luce prima della fine di marzo. Parliamo, come noto, dell’articolato approvato a fine dicembre in Consiglio dei ministri, che attua la delega che ha visto la luce con il governo Draghi lo scorso giugno (legge 78/2022). Un testo, come ricordato dal ministro Salvini, molto corposo, fatto di centinaia di articoli e di decine di allegati, che va a modificare il vecchio codice appalti dopo poco più di 7 anni dalla sua nascita. Il vecchio testo, tra l’altro, non è ancora stato attuato del tutto, con alcuni provvedimenti che mancano all’appello.
Un nuovo codice, quindi, che va a modificare il tanto contestato testo del 2016. Ora ci sarà una nuova fase attuativa, con provvedimenti che dovranno essere prodotti dai ministeri. Inoltre, enti e imprese dovranno confrontarsi con l’interpretazione delle nuove regole, un aspetto mai scontato che potrebbe regalare numerose novità. Che, in questi casi, raramente sono positive.