Case green: domani primo voto Pe in commissione. Ma l’Italia non ci sta

da | 8 Feb 2023 | In evidenza, Primo piano

Case green: domani primo voto Pe in commissione. In Italia monta la polemica, situazione diversa da quella degli altri paesi europei.

Domani la commissione Industria dell’Europarlamento voterà la sua proposta di direttiva sulla performance energetica degli edifici, che prevede il ricalcolo delle classi energetiche, con classe D al 2033 per gli alloggi residenziali. Il testo dovrebbe passare in plenaria già il prossimo mese di marzo, quindi gli eurodeputati potranno cominciare il negoziato con la Commissione europea per arrivare a un compromesso tra le tre posizioni. Nel frattempo in Italia monta la polemica e la posizione dell’esecutivo è quella di tener conto della situazione italiana, diversa da quella degli altri paesi europei.

Per realizzare gli obiettivi della Direttiva Ue sulle case green in base ai tempi previsti” afferma il presidente di Enea Gilberto Dialuce al convegno promosso dalla rappresentanza del Pe, “sarebbe necessario uno sforzo notevole che richiederebbe imprese capaci di interventi su larga scala. Secondo le stime Enea, 11 milioni di abitazioni, cioè il 74%, sarebbero in classe energetica inferiore alla D.

Tenuto conto dei lavori fatti sotto la spinta del Superbonus, potenzialmente in Italia si potrebbero riqualificare 290.000 unità abitative l’anno. Comunque troppo poco se, come dice ancora Dialuce, “restano immutati i tempi della direttiva”. Il presidente dell’Enea ha anche ricordato che la definizione della classe energetica D non è uguale in tutti i Paesi europei e “sarebbe opportuno accelerare per avere una definizione univoca, tanto più che ci sono grandi differenze fra i Paesi europei anche per effetto delle diverse latitudini”.

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La richiesta di modificare la direttiva arriva anche da Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, che sostiene come “la direttiva vada emendata per adattarla al contesto italiano che è speciale rispetto al resto d’Europa. Il patrimonio immobiliare del nostro Paese è antico, prezioso e fragile”. Sulla stessa scia Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, che sostiene come “l’Italia non possa affrontare il tema dell’efficientemente energetico degli immobili come gli altri Paesi. Il Governo presenterà un suo piano. C’è una peculiarità del nostro paese e il Governo difenderà questa peculiarità”.

Nel frattempo nella classifica dello US Green Building Council pubblicata oggi, emerge come l’Italia si collochi al nono posto nella classifica pubblicata dalla filiale italiana dell’organizzazione delle imprese e dei professionisti dell’edilizia green, dei dieci migliori Paesi al mondo per edifici certificati LEED nel 2022.

Nel 2022 in Italia sono stati infatti certificati 96 progetti Leed, per una superficie totale di oltre 1,34 milioni di metri quadrati lordi. La Leed è una certificazione volontaria di sostenibilità dell’immobile, elaborata dallo U.S. Green Building Council e relativa al risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito. L’Italia, si legge appunto, è uno dei tre Paesi europei, insieme a Svezia e Spagna, presenti nella Top 10.

 

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