«Bonus» 200 euro: ok a chi non ha la partita IVA

da | 10 Gen 2023 | Professioni a confronto

Via libera dal Ministero del Lavoro all’erogazione a chi non ha la partita Iva

Si sblocca lo «stallo» della corresponsione dell’indennità «anti-inflazione» (prevista da uno dei decreti Aiuti del governo di Mario Draghi) ai liberi professionisti non titolari di partita Iva, che nel 2021 avevano avuto redditi al di sotto dei 35.000 euro: il «bonus» da 200 euro, incrementato (con un successivo provvedimento) di altri 150 euro per i redditi sotto i 20.000 euro toccherà una platea di lavoratori autonomi più ampia. Il decreto interministeriale che stabilisce la correzione normativa, firmato il 7 dicembre scorso dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, e dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, è stato registrato dalla Corte dei Conti, come segnato oggi dallo stesso dicastero di via Veneto.

L’iniziativa opererà, dunque, un «restyling» rispetto all’originaria previsione attuativa del decreto ministeriale del 19 agosto 2022, con cui si indicavano come beneficiari esclusivamente i lavoratori autonomi ed i professionisti titolari di partita Iva. E, grazie all’ampliamento del bacino di fruitori del sussidio (che, va ricordato, era stato concepito come agevolazione per contrastare il «caro-vita dovuto all’aumento dei costi dell’energia e all’aggravarsi della situazione internazionale), previsto dal nuovo decreto ministeriale, viene quantificata «una platea potenziale di ulteriori 30.000 lavoratori autonomi e circa 50.000 professionisti, tra cui circa 30.000 specializzandi in medicina e chirurgia», si apprende.

La questione dell’erogazione del «bonus» al segmento dell’occupazione indipendente non titolare di partita Iva era finita da tempo sul tavolo di Calderone, che l’aveva messa fra i temi di cui parlare nella riunione del tavolo sul lavoro autonomo, che si era tenuta a metà novembre; gli altri argomenti affrontati andavano dalle aggregazioni tra professionisti all’equo compenso, ma si era discusso anche di previdenza, sussidiarietà, formazione e orientamento, con il ministro che aveva chiesto ai vertici di Ordini, Casse di previdenza ed associazioni di rappresentanza delle categorie ordinistiche ed non «delle proposte e delle riflessioni da affrontare con un’agenda fitta di appuntamenti per i molti argomenti emersi durante l’incontro».

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Obiettivo dichiarato dell’esponente governativa era stato quello di «cogliere le sfide di questo tempo e di come rispondere con soluzioni pragmatiche alle tante sollecitazioni in atto. Lavoriamo per obiettivi e su aspetti concreti, dando attuazione a quel tavolo per gli autonomi previsto dalla legge n. 81/2017: un punto di partenza per ripensare il rapporto delle professioni con le Istituzioni e la collettività», aveva aggiunto Calderone. Al tavolo ministeriale, che dovrebbe essere riconvocato a breve, erano stati invitati l’Adepp (l’Associazione degli Enti di previdenza privati e privatizzati) guidata da Alberto Oliveti, ProfessionItaliane (in rappresentanza degli Ordini aderenti al Cup e alla Rpt, di cui fa parte il Consiglio nazionale dei periti industriali), coordinata da Armando Zambrano e Confprofessioni, che ha al vertice Gaetano Stella. A seguire, poi, erano stati ascoltati anche i presidenti del Consiglio nazionale dei commercialisti e del Consiglio nazionale forense Elbano de Nuccio e Maria Masi e, infine, i vertici delle organizzazioni che riuniscono i professionisti non iscritti ad Ordini e Collegi.

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