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Assicurazione Inail contro gli infortuni: dal Ministro Orlando l’idea di estenderla anche agli autonomi

da | 19 Lug 2021 | In evidenza, Notizie

Proteggere i lavoratori autonomi, fornendo a tutti loro un adeguato «scudo» contro il rischio di subire incidenti, oppure di contrarre malattie professionali, soprattutto con l’emergenza Coronavirus non ancora terminata: è l’idea formulata dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, che ne ha parlato stamattina, alla Camera dei deputati, nel corso della presentazione dell’attività 2020 dell’Inail, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli incidenti sul lavoro. La nostra Costituzione, ha detto, «garantisce protezione a tutti i lavoratori e a tutte le attività» occupazionali, però va constatato come l’assicurazione contro gli infortuni sia «ancora riservata a soggetti determinati», dunque, «occorre rimuovere queste discriminazioni».

Un’apertura rilevante, quella del titolare del dicastero di via Veneto, per l’intero segmento del lavoro libero-professionale (già compreso nella revisione del sistema degli ammortizzatori sociali, la cui riforma è attesa entro il mese di luglio), considerato che ha specificato come tali attuali limitazioni soggettive della tutela «risultano intollerabili rispetto al Covid-19, perché finiscono per escludere dalla protezione alcuni soggetti particolarmente esposti, come i medici di base, o gli infermieri», esempi di persone iscritte ad Ordini e Collegi che esercitano la professione in modalità indipendente. Nel dettaglio, ha aggiunto il ministro, vi sono «vistosi buchi» nel perimetro delle protezioni per la componente subordinata del mercato occupazionale, ma anche per diversi autonomi, inclusi tutti coloro che operano online, o per le piattaforme, e che non esplicano attività di consegna di merce e cibo, come i rider. È tempo, ha sostenuto Orlando, perciò, per attuare «una profonda revisione verso la completa socializzazione del rischio e verso l’universalità della copertura assicurativa», mediante una riforma che con la pandemia appare «urgente», e che deve essere «sostenibile sul fronte dei costi previdenziali».

Lo stesso presidente dell’Inail Franco Bettoni ha peraltro messo in risalto le carenze del sistema, menzionando proprio quelle categorie «scoperte» rispetto al pericolo infortunistico: nel triennio 2022-2024, ha affermato, bisognerà «estendere la tutela assicurativa agli oltre tre milioni di lavoratori che non ne hanno ancora diritto, migliorare le prestazioni economiche per gli infortunati e i tecnopatici, destinare maggiori risorse per il potenziamento della prevenzione, attraverso i diversi filoni di intervento e affinare gli strumenti di rendicontazione dell’Istituto». Nel settore dell’edilizia, tra l’altro, uno di quelli nei quali i periti industriali son particolarmente attivi, il fenomeno degli incidenti nei cantieri rimane elevato, sebbene, globalmente, recita la relazione dell’Istituto, lo scorso anno la percentuale sia stata più bassa, poiché «all’Inail sono arrivate poco più di 571.000 denunce di infortunio (-11,4% rispetto al 2019) riferiti all’anno della pandemia, un quarto delle quali relative a contagi da Covid di origine professionale», ha concluso Bettoni.

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