L’Ambiente in Costituzione da un anno e l’Italia rinnova l’impegno di tutelarlo
Poco più di un anno fa – era esattamente l’8 febbraio del 2022 – venivano approvate le modifiche agli articoli 9 e 41 della nostra Costituzione, che inserivano nel documento «la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli animali tra i principi fondamentali della Carta costituzionale»: in particolare, va ricordato, il «restyling» dell’articolo 9 ha permesso l’introduzione, tra i principi fondamentali, della protezione degli ecosistemi e della fauna anche nell’interesse delle future generazioni, giacché s’è stabilito che la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.
E oggi, a Roma, nel corso di un evento celebrativo della ricorrenza, promosso dall’Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), a dire la sua è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «L’impegno di riflessione di questa giornata di studio sarà sicuramente utile per costruire il futuro. Sono sfide che si rinnovano nella storia dell’umanità», ha sottolineato in un messaggio, e che «hanno visto le Nazioni Unite, con l’Agenda 2030, indicare con puntualità quali sono gli obiettivi possibili e necessari in questo arco di tempo. L’Unione europea e la Repubblica non possono evadere un impegno in questa direzione», ha messo ancora in luce il Capo dello Stato.
A giudizio del ministro per le Riforme istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati, quanto compiuto lo scorso anno rappresenta «una delle più importanti riforme costituzionali approvate dal Parlamento», e ciò «riflette non soltanto la crescente consapevolezza e sensibilità della pubblica opinione e delle forze politiche sui temi ambientali», bensì pure «l’evolversi dell’orientamento stesso della giurisprudenza costituzionale in materia», recita il messaggio inviato agli organizzatori del convegno dall’esponente governativa, convinta che adesso si debba «tradurre in buona pratica politica il nuovo dettato costituzionale, che naturalmente va correlato e bilanciato con gli altri principi costituzionalmente garantiti, da quello al lavoro a quello alla libertà d’impresa per citarne alcuni», ha proseguito.
Ad entrare nel merito delle modalità di procedere per una valida protezione ambientale il presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Amato: «Dobbiamo saper imparare a cambiare, a fronteggiare i fenomeni che abbiamo davanti, non in chiave di «bonus», giacché l’incentivo «non deve essere certamente abolito», però «lo dobbiamo mettere in secondo piano, non dev’essere il protagonista della nostra tutela del presente» per ciò che concerne l’ambiente. Quel che va coltivato, ha aggiunto, è il giusto percorso di cambiamento, non collocandosi solamente «sui binari dell’indennizzo, nei confronti di una realtà davanti alla quale siamo impotenti. Noi non siamo impotenti – ha ammonito – perché, invece, possiamo cambiare, ma dobbiamo farlo in tempo», in nome del rispetto di ciò che ci circonda.