A livello mondiale il rischio più sentito dalle aziende è legato a problematiche informatiche
Una paura superiore anche all’interruzione della propria attività, nonché alla pandemia o a catastrofi naturali. I cambiamenti climatici preoccupano di più di danni reputazionali o rischi politici. E’ quanto emerge dall’Allianz risk barometer 2022, l’11^ edizione del report realizzato dall’Allianz in cui vengono raccolte le opinioni di 2.650 esperti di aziende (tra cui Ceo e manager) provenienti da 89 paesi legati ad oltre 20 settori produttivi.
E’ la seconda volta che i rischi informatici (intesi come attacchi, violazioni dei dati, guasti It) sono al primo posto della classifica Allianz: è stata la prima risposta per il 44% degli intervistati, mentre nel 2021 si piazzava al terzo posto con il 40% delle risposte. Spodestato il secondo rischio presente in classifica, ovvero l’interruzione dell’attività, indicata nel 42% delle risposte (nel 2021, con il 41%, si piazzava in prima posizione). Ben più distanziati gli altri “pericoli”, visto che le catastrofi naturali, al terzo posto, raccolgono il 25% delle risposte. Al quarto posto la pandemia, che l’anno scorso era seconda, decisamente in calo al 22% rispetto al 40% del 2021. Molto sentiti anche possibili cambiamenti politico-istituzionali, che conquistano il quinto posto nel ranking; vengono descritti come sanzioni economiche, protezionismo, Brexit, disaggregazione dall’Eurozona e hanno ottenuto il 19% delle risposte. A seguire i cambiamenti climatici, incendi o esplosioni, cambiamenti nei mercati, carenza di manodopera qualificata e i cambiamenti nello scenario macroeconomico, come misure di austerity.
Anche a livello italiano le aziende sono fortemente preoccupate dai rischi informatici: è la prima categoria di pericolo indicata dai manager quest’anno ed era la stessa anche nel 2021. Decisamente in discesa, anche all’interno dei nostri confini, la preoccupazione legata alla pandemia: se l’anno scorso guadagnava la terza posizione con il 28% delle risposte, ora si piazza al quinto posto con il 16%. Stessa percentuale di risposte per una categoria che non era presente nel decimo report Allianz in riferimento all’Italia, ovvero il richiamo di prodotti, la mancanza di qualità o i difetti seriali. Al secondo posto, così come indicato dai dirigenti di tutto il mondo, troviamo l’interruzione di attività e al terzo le catastrofi naturali.