Visioni, strategie e linee di azione sui temi individuati come centrali per il futuro e la formazione dei periti industriali. Questo il focus dell’assemblea ordinaria dell’Ordine dei Periti Industriali della Provincia di Trento che si è svolta lo scorso 24 settembre e all’interno della quale ha trovato posto un momento di confronto in merito alle nuove lauree professionalizzanti, snodo cruciale per il divenire della professione. Significativa la partecipazione dei vertici nazionali della categoria, quindi del presidente del consiglio nazionale Giovanni Esposito, del suo vice Sergio Commisso e del presidente dell’Eppi Valerio Bignami.
La giornata si è aperta quindi con il convegno «Lauree ad orientamento professionale», un tema cruciale per il futuro della categoria, poiché dal 2024 si potrà accedere all’albo dei Periti Industriali solo dopo aver conseguito una laurea triennale, è importante che anche in Trentino si cominci a costruire un percorso didattico adeguato. Un’operazione complessa, che può essere realizzata solo coinvolgendo tutti i soggetti interessati, ovvero chi si occupa di formazione, chi opera in ambito imprenditoriale e lo stesso Ordine dei periti industriali del Trentino.
Il presidente del consiglio nazionale Giovanni Esposito ha ricordato il percorso di sperimentazione compiuto nelle altre regioni italiane negli anni passati e ha parlato di “dopoguerra tecnologico” nel descrivere le sfide che ci attendono nel dopo pandemia, dato che sarà nel segno dell’innovazione tecnologica e della robotizzazione lo scenario nel quale si troveranno ad operare i professionisti tecnici del prossimo futuro. Ha poi sottolineato il ruolo svolto dalle famiglie nell’indirizzare i figli verso queste preziose professioni.
Giovanni Straffelini, delegato del Rettore alla formazione professionale e permanente dell’Università degli Studi di Trento, ha messo in fila le difficoltà che dovranno essere affrontate per dare vita a questi nuovi percorsi formativi, sottolineando quelle relative alla disponibilità dei laboratori e dei docenti, nodi che potranno esser sciolti solo con il contributo degli istituti professionali, e quelle relative al numero di iscritti, che deve essere adeguato agli sforzi profusi da chi organizza i corsi. Nel prossimo piano strategico dell’ateneo si cominceranno a delineare i contorni di questi corsi.
Una disponibilità, quella di poter attingere alle loro risorse, alla quale hanno aperto senza indugi Claudio Mimiola, responsabile dell’alta formazione dell’Enaip di Villazzano, che ha evidenziato la necessità di collaborare, ma anche di evitare sovrapposizioni attingendo da bacini diversi, e Giuseppe Rizza, omologo dell’Istituto Tecnico Marconi, che ha invece messo in luce l’elevato numero di candidati che chiedono di poter accedere ai loro corsi. Marco Giglioli presidente della sezione meccanica, meccatronica e impianti di Confindustria Trento, ha ricordato la facilità con la quale queste figure professionali trovano lavoro e la disponibilità delle aziende a completare “sul campo” il percorso formativo dei ragazzi per averli a disposizione prima possibile.
Roberto Ceccato, dirigente del Dipartimento istruzione della Provincia Autonoma di Trento, ha confermato le analisi di altri relatori, ma ha anche ricordato il ritardo con il quale ci si sta muovendo su questo fronte rispetto ad altre regioni e l’importanza di sensibilizzare gli insegnanti delle scuole medie nell’indirizzare i giovani verso queste professioni.
Tutto proiettato verso il futuro l’intervento di Valerio Bignami, presidente dell’Ente di previdenza dei periti industriali, che ha puntualizzato quanto sia interesse della cassa di categoria investire le proprie risorse nella formazione dei nuovi membri, dato che toccherà a loro fare in modo che i conti rimangano in ordine in futuro, e nella loro flessibilità: «Il 60% dei bambini che sono nati negli ultimi anni – ha chiosato – svolgeranno professioni che ancora non sono nate».
«Nel corso di questo mandato ci siamo trovati a gestire cambiamenti e novità ai quali abbiamo cercato sempre di dare risposte, – ha spiegato Cassietti – valorizzando i momenti di incontro e confronto, che riteniamo fondamentali, anche sfruttando strumenti nuovi come gli incontri a distanza o nuovi spazi come quello che oggi ci ospita.
Non possiamo dimenticare o ignorare che la nostra categoria necessita di un ricambio continuo e dell’inserimento di nuove competenze in fieri e che il luogo dove promuovere le nostre peculiarità è la scuola, ambito nel quale dobbiamo entrare per far conoscere ai giovani la nostra professione».
I periti che hanno ricevuto il riconoscimento riservato a chi raggiunge i 50 anni di attività sono stati consegnati a Claudio Mongera, Giuliano Polli, Carmelo Sartori, Marco Goss, Flavio Voltolini ed Ezio Zanoni. Infine va sottolineato che quasi tutti i relatori hanno voluto ricordare la figura di Gianfranco Zorzi, già presidente del collegio di Trento, scomparso nel mese di giugno. L’assemblea ha tributato un caloroso applauso al consigliere uscente Mariano Inama, che dopo 20 anni ha lasciato il direttivo dei Periti trentini.