600 procedure della Pubblica amministrazione più «soft» (con l’avvio del Pnrr)

da | 19 Gen 2022 | In evidenza

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Il Piano nazione di ripresa e resilienza (Pnrr), la «summa» delle iniziative che il nostro Paese ha predisposto per rilanciare l’economia dopo la pandemia da Covid-19, entra nel vivo sul versante della sburocratizzazione, tanto invocata dal mondo produttivo, liberi professionisti inclusi: ad annunciarlo, questa mattina, il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. «L’Italia sta cambiando. Sto semplificando 600 procedure nell’arco di 5 anni», ha affermato, sostenendo che «i tempi lunghi per le famiglie e le imprese non sono più accettabili». Occasione per riferire dell’azione intrapresa dal governo per rendere più «soft» gli obblighi verso la Pa è stato il saluto istituzionale (svolto in videocollegamento) che il titolare del dicastero di palazzo Vidoni, insieme al collega dell’Economia Daniele Franco, ha portato ai 500 partecipanti al percorso formativo destinato ai vincitori del concorso per funzionari del Pnrr.

Il bando per le selezioni «è stato pubblicato il 13 agosto, sono arrivate oltre 34.000 domande, le prove scritte si sono svolte dal 20 al 22 ottobre, le graduatorie finali sono state pubblicate il 30 novembre, le assunzioni sono cominciate a dicembre. Queste poche date già dimostrano che l’Italia sta cambiando», ha proseguito Brunetta. Quanto, poi, alle 600 procedure «complesse» della Pubblica amministrazione sulle quali si sta operando per renderle più agevoli, in un quinquennio, il ministro ha specificato che, «se non si fanno le semplificazioni non si può fare la digitalizzazione». Nelle stesse ore, però, da Napoli, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha lanciato un allarme: «Nel Pnrr abbiamo consapevolezza della possibilità di infiltrazioni delle mafie, proprio per questo abbiamo cercato, fin dall’inizio della pandemia, di mettere in sicurezza alcune procedure», ha dichiarato.

Va ricordato, a tal proposito, che il Piano nazionale di ripresa e resilienza si fonda sull’esigenza di compiere lo sviluppo «verde» e di effettuare la «transizione digitale», e che l’intero Piano, come messo in luce da Franco, è sovvenzionato da una mole di «risorse senza precedenti», giacché prevede investimenti per un totale di 222,1 miliardi di euro: 191,5 miliardi sono finanziati dall’Unione europea attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi sono prestiti), e ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali sono parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri e autorizzato dal Parlamento, a maggioranza assoluta, nello scorso mese di aprile.

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Brunetta ha, infine, citato inPA, il portale per il reclutamento della Pubblica amministrazione, da cui è passata la selezione dei 1.000 esperti: «È il LinkedIn italiano», ha riferito, con riferimento al più noto social network dedicato alla crescita occupazionale, dove «già sono inseriti circa 7 milioni di profili professionali», ha concluso.

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